“Ci sono decisioni che segnano la piega che prenderà tutta una vita. E io finora quelle decisioni le ho sempre prese a caso.” Prime righe di un romanzo, La ricreazione è finita, di Dario Ferrari. Le sottolineo, faccio una foto, la mando a un amico. “Già mi piace. Sembro io”, risponde lui. Ecco: gli incipit giusti sono questi. Quelli in cui ti ci ritrovi subito. Che ti accendono qualcosa. Una scintilla.
Il protagonista si chiama Marcello Gori. Ha trent’anni e ha galleggiato nella mediocrità con una discreta dose di intuito, fiuto e—chiamiamola così—fortuna. Vince un dottorato in Lettere più per caso che per merito, e da lì si ritrova catapultato nel mondo accademico. Un ambiente fatto di dinamiche contorte, favoritismi, lotte d’ego. Il suo mentore, il professor Sacrosanti, lo incarica di una tesi su Tito Sella, scrittore viareggino amato dal Prof, ma del tutto ignoto a Marcello, il quale resta spiazzato quando scopre che Sella fu anche un ex terrorista.
Un viaggio tra archivi, ideali e identità
Inizia così un’indagine tra carte dimenticate, archivi polverosi, biografie oscure e vicende politiche degli anni di piombo. Più Marcello scava nella vita di Sella, più si ritrova a scavare nella propria. Un confronto tra generazioni, ideali e scelte – o assenze di scelte – che diventa una riflessione più ampia sul tempo in cui viviamo.
Lo stile è ironico, intelligente, tagliente. Un romanzo vivo, con ritmo, corpo e pensiero. Dove le domande sul perché le cose sono andate così e non in un altro modo non restano in superficie, ma scendono a fondo, sorprendendo per lucidità e implicazioni.
La ricreazione è finita e il suo spirito arguto e brillante
Lo ammetto: ho dovuto superare una mia idiosincrasia per l’uso del “te” al posto del “tu”. Lo so, è uso comune, ma a me suona come il gessetto sulla lavagna. Detto questo, la storia è brillante. Funziona. È riuscita. Il ritratto impietoso, e divertente, di una generazione in bilico tra talento, fortuna e occasioni mancate. Un romanzo intelligente che scava nella storia, nella letteratura e nella coscienza di chi (forse) è cresciuto troppo tardi.
Il finale? Bellissimo. Lo sottolineo, rifaccio una foto e la rimando al mio amico. “Visto che ti ho mandato l’incipit…” “Nooooo, ora leggo il libro.”
Il libro: La ricreazione è finita – Dario Ferrari, Sellerio

