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Uomini e topi di John Steinbeck non è solo un romanzo, ma una ferita aperta nel cuore di chi lo legge. Ci si accorge presto, fin dalle prime pagine, che i personaggi torneranno a bussare di tanto in tanto, a idratare gli occhi con il solo pensiero, a smuovere con un sussulto. 

L’America della Grande Depressione, tra sogni e paure

George e Lennie, due lavoranti agricoli nell’America degli anni Trenta, coltivano il sogno di guadagnare quanto basta per acquistare un pezzo di terra. Sono agli antipodi: George piccolo e dinoccolato, con tratti definiti e ossuti, Lennie enorme, dal volto senza forma, un gigante buono con la testa di un bambino e l’incapacità totale di controllare una forza fuori dal comune. Energia dirompente che ha già causato problemi determinando la fuga da un ranch per cercare lavoro in un altro.

George con modi spesso molto bruschi e ruvidi protegge Lennie come fosse un bambino da accudire, tenta in ogni modo di evitare danni ulteriori ripentendogli di stare zitto e basta. Un legame di amicizia commovente. Lennie che si affeziona agli animali, ma non riesce a tenere in mano un topo senza ucciderlo per la troppa potenza, George che vede con terrore i pericoli di una forza non gestita. Lennie che desidera tanto un pezzo di terra per poter avere dei conigli da accarezzare, George ad assecondarlo con aspra cautela e pragmatismo. 

Nel nuovo ranch incontreranno tra gli altri Curley, ottuso e violento figlio del capo, geloso della moglie insoddisfatta dai modi maliardi di cui neanche compare il nome, il capo mulattiere Slim dalla calma profonda e dal carisma ferreo, il vecchio scopino Candy senza più una mano che teme di essere cacciato e anela a unirsi nel loro progetto cedendo tutti i suoi risparmi, lo stalliere di colore Crooks che dorme in una stalla con lo sterco perché nessuno lo vuole in camera.

I personaggi sono delineati con pochi tratti in modo eccezionale e nella traduzione di Michele Mari prende forma quell’umanità di reietti e perdenti che cerca di stare a galla lavorando sodo col sogno di costruire un futuro con più luce. Il risveglio è però in una realtà meschina.

Perché leggere Uomini e topi?

Perché ci insegna che i sogni, pur fragili, sono ciò che ci rende umani. Mette a nudo la cruda realtà dell’esistenza, ma anche la bellezza dell’amicizia e della compassione. E perché Steinbeck, con il suo stile essenziale e potente, riesce a farci sentire ogni emozione, come se fossimo lì, accanto a George e Lennie. Un destino ineluttabile, una natura crudele, eppure un libro che parla al cuore e all’anima. 

Il libro: Uomini e topi, John Steinbeck. Bompiani

Di Elisa Tomassoni

Sono Elisa Tomassoni, Eli per gli amici. Da sempre ho un grande amore per i libri, navi di carta che portano a esplorare luoghi nascosti dentro e fuori me stessa. Curiosa, entusiasta, sognatrice, cerco la bellezza e il sorriso nella vita. Tra le mie passioni più grandi ci sono i viaggi, i vini (sono sommelier) e i miei adorati Golden Retriever, Ulisse e Platone. Nel mio blog condivido i miei interessi e le scoperte fatte, un'isola dove conoscere, stupirsi ed emozionarsi!