Una patina opaca avvolge Goodbye Hotel, un romanzo in cui i contorni si fanno incerti. Ci si muove come in auto con il parabrezza appannato o su un sentiero di montagna immerso nella nebbia: sai che c’è un mondo oltre, ma non riesci a vederlo. La realtà è obnubilata, frammentata, attraversata da schegge di suggestioni che affiorano e scompaiono.
Eleanor, una giovane ragazza con un costume da bagno giallo, i capelli del colore delle pesche mature e gli occhi verdi come il lime, si trova in macchina nella cittadina di Harmony insieme a François, innamorato di lei. Sono ubriachi.
“Non mi va di andare a casa, voglio fare il salto della collina.” François la asseconda. Trattengono il fiato, e per un attimo restano senza peso, sospesi a mezz’aria. “È qui che il passato diventa futuro. Due tartarughe, due innamorati e un uomo con un completo di seersucker.”
Goodbye Hotel: tra memoria e confini sfumati
Che cosa è successo in quel momento? François, venticinque anni dopo, dà la sua versione mentre si trova a New York al Goodbye Hotel, un luogo che per molti rappresenta l’ultimo domicilio. Tra bottiglie di vinaccio cattivo e l’atmosfera ovattata di una neve ipnotica, i lettori si trovano intrappolati in una maglia che irretisce, pur avvertiti subito che qualche dettaglio sarà riportato male o inventato.
Inizia un viaggio in cui i piani temporali e i punti di vista si intersecano, in cui sogno e realtà si confondono e tanti personaggi saltano all’interno della narrazione.
Lazarus, tartaruga ultracentenaria, è una presenza magica portatrice di saggezza che tiene in tensione il filo della narrazione; con il suo incedere lento è partecipe delle solitudini umane e della loro vulnerabilità.
Una danza onirica nel tempo
Destino, sogno, realtà, visione, religione, fuoco, passato, presente: elementi protagonisti di una danza onirica nel nostro fragile mondo in mezzo alle stelle e all’oscurità.
E mentre tutto scorre e la dimensione del tempo si dilata e si contrae, si rimane ammaliati e sospesi, catturati da questa storia dove una creatura come una tartaruga è custode silenziosa di uomini “solitari, ma mai davvero soli perché capaci di sognare.”
Il libro: Goodbye Hotel, Michael Bible, Adelphi



