Un Natale di Maigret, di Georges Simenon, è un racconto breve, ma ricco di atmosfera e suggestioni, che combina il calore delle festività con l’inconfondibile tocco del commissario Maigret.
Ambientato a Parigi la mattina di Natale, la storia inizia quando una vicina di Maigret si presenta da lui per raccontare una vicenda misteriosa: sua nipote sostiene di aver visto Babbo Natale in camera sua, ma l’episodio nasconde una trama più oscura.
Il commissario in versione natalizia
Il cielo è basso, di un color bianco sporco, non nevica: “a cinquant’anni suonati era ridicolo provare delusione perché la mattina di Natale non c’è la neve, ma le persone di una certa età sono molto meno serie di quanto non si figurino i giovani.” Il commissario Maigret e sua moglie si sono da poco svegliati e, mentre vivono le prime ore della giornata con ritmi lenti e assopiti, sentono suonare alla porta. Due donne, la signora Martin e la signorina Doncoeur, che abitano proprio dall’altra parte della strada, si presentano all’improvviso per narrare un fatto decisamente particolare. La nipotina della signora Martin, Colette, ha visto nella notte Babbo Natale in camera sua: proprio lui, in persona, con barba e vestito rosso, che le ha anche regalato una bambola… ma prima di andare via ha guardato ben bene sotto le travi del pavimento.
La signora Martin, che accudisce la bambina figlia del cognato con problemi di alcolismo, rimasta orfana di madre, non voleva recarsi dal commissario, il suo disappunto è evidente. Tuttavia la notizia era troppo ghiotta perché la vicina zitella e curiosa non si interessasse e non insistesse per approfondire il discorso.
Il commissario inizia subito a indagare, cercando di capire le dinamiche che regolano questa famiglia: il marito della signora Martin è spesso assente per lavoro, anche il giorno di Natale, la donna stessa non ha parenti e amici e sembra una persona severa, poco materna, che bada alla bambina per senso del dovere, con scarso affetto.
Un Natale di Maigret: tra mistero e riflessioni
Come in tutti i gialli che vedono protagonista Maigret, la caratterizzazione psicologia è profonda e lucida, attenta all’umanità e alle sue sfumature. In questo caso, anche la figura della moglie del commissario, che si trova a conoscenza del caso, è partecipe emotivamente e dimostra sensibilità nei confronti della piccola Colette.
La forza del racconto sta nella sua capacità di intrecciare un caso enigmatico con tanti lati umani: un Maigret intimo e quasi paterno si muove con attenzione e rispetto in un mondo meschino e opportunista, dove le persone vivono anche difficoltà e drammi.
Un’indagine che non si basa su grandi crimini o colpi di scena, ma su dettagli sottili e riflessioni. La capacità di osservare e comprendere la natura umana è il valore aggiunto del commissario Maigret, che diventa una figura a cui ci si affeziona.
La narrazione diventa un’occasione per riflettere sulle dinamiche familiari, sulle differenze sociali e sulle fragilità delle persone. In meno di cento pagine, il racconto cattura la magia e la malinconia del Natale, facendone una lettura perfetta per il periodo delle feste, con un tocco di mistero. Simenon riesce a evocare l’atmosfera natalizia senza rinunciare alla tensione tipica dei suoi gialli. Un piccolo gioiello per gli amanti di Maigret.
Il libro: Un Natale di Maigret, Georges Simenon, Adelphi