Beatrice Salvioni, eccola a parlarci del suo nuovo libro: La Malacarne. Per chi, come me, l’ha conosciuta con la Malnata e si è affezionata alle protagoniste Francesca e Maddalena, ritrovarla qui, con il seguito di quella storia, porta con sé la sensazione che si prova nel rivedere qualcuno a cui tieni e non vedi da un po’. Un impasto di attesa, curiosità, un tremolio di aspettative che lievita, cresce, pizzica.
Beatrice Savioni è a Torino, al Circolo dei Lettori, per presentare il suo nuovo romanzo.
Niente spoiler, solo qualche cenno: un libro di trama, intriso di tanti accadimenti, con le protagoniste Francesca e Maddalena cresciute e continuano il loro percorso in queste pagine, con fatica, in un arco temporale che va dal 1940 al 1945.
Scrivo qualche appunto sulle note dell’iPhone: Paura parola ripetuta tante volte Il coraggio è agire nonostante la paura Un percorso di consapevolezza Speranza di ragazze rispetto ai maschi Salvezza
La Malacarne: titolo tratto da un saggio di Annacarla Valeriano che tratta di donne indocili, ribelli, che non si fanno sottomettere.
Una storia densa di sentimenti forti, un percorso di crescita con ragazze che cercano il proprio spazio in una società e un’epoca che vuole solo schiacciarle; Beatrice si muove con delicatezza e tatto, parlando con amorevolezza dei suoi personaggi.
Mi si conferma la sensazione provata un anno e mezzo fa, quando la vidi sempre in questa sede, il Circolo dei Lettori di Torino, alla presentazione della Malnata: una scrittrice che ama profondamente ciò che fa, che costruisce le storie con meticolosità, ricerca e studio, unite a quella scintilla incandescente di estro, con quella fame di scrivere e mordere le parole.
Tornando a casa, è buio e, camminando nella parte più bella della città, apro il libro per leggere la dedica:
“Per Eli, perché si prende cura delle storie, per restare sempre una donna indocile.”
Il libro: La Malacarne, Beatrice Salvioni, Einaudi