Felici i felici di Yasmina Reza è uno di quei libri che restano impressi.
“Felices los amados y los amantes y los que pueden prescinder del amor. Felices los felices.” È questa citazione di Borges ad aprire il libro e con cui, tornando a fine lettura, tiro le fila.
Ma chi sono i felici?
In queste pagine del libro troviamo un caleidoscopio di personaggi legati in qualche modo tra loro e la matassa dei loro intrecci che si dipana a ogni capitolo.
Yasmina Reza dipinge un quadro umano dalle più varie sfumature.
Da una coppia intenta in un litigio surreale in un supermercato, uno di quei piccoli episodi quotidiani che denotano la stanchezza di una relazione, a due genitori che si trovano a rapportarsi a un figlio convinto di essere Céline Dion, ad amanti illusi e delusi, a malattie da affrontare. Diciotto vite messe a nudo, ognuna con segreti, inquietudini, tristezza, tanta solitudine di fondo.
Con una scrittura dritta, diretta e molto lineare, composta da frasi brevi e affilate, Yasmina Reza riesce a incidere con la lama di un bisturi la realtà umana, svelandone il filo spinato di rapporti e tutta la sua amarezza. Non sono esseri perfetti, anzi. Sono persone reali, che vivono come riescono, annaspano cercando di stare a galla.
Leggendo cercavo nel testo la parola “felici” e il suo utilizzo.
“La felicità degli altri risulta aggressiva.”
“Ho pensato, in quella casa qualcuno ha deciso che bisognava essere felici. E quello che è più preoccupante, ho pensato, trattandosi di lui, è che possa considerare la felicità come uno scopo.”
“Eri felice con papà? Non ero infelice
“La felicità è un talento.”
Felici: le sei lettere più difficili da accostare usandole senza superficialità.
Uno di quegli imballaggi su cui è scritto: fragile, maneggiare con cura. Ma dentro il vetro è spesso già rotto in pezzi e taglia.
Il libro: Felici i felici, Yasmina Reza, Adelphi