L’Isola di Arturo è un romanzo di formazione scritto da Elsa Morante, vincitore de Premio Strega nel 1957.
“ Così dunque la vita è rimasta un mistero. E io stesso, per me, sono ancora il primo mistero.”
Sono le parole stesse di Arturo, il protagonista dal nome di una stella, la più radiosa e brillante della figura di Boote, e di un re leggendario, a sgranare la sintesi, il senso, la profondità della storia.
Arturo Gerace, orfano di madre fin dalla nascita, di cui conserva solo un ritratto stinto, è stato cresciuto da un padre poco presente nella magica isola di Procida. Vediamo già nella seconda pagina del libro quest’isola con tridimensionalità e potenza: le spiagge di sabbia chiara, i ciottoli, le rocce, il porto, i vicoli senza sole, le case rustiche dai colori conchiglia, rosa e cinereo, il penitenziario. Se ne respira l’origine vulcanica, quella forza che ribolle e come una calamita attrae un bambino che da questa terra non si è mai spostato.
Cresciuto nella leggendaria casa dei Guaglioni da un balio affettuoso e in compagnia della cagnolina Immacolatella, sente fin da piccolo l’amputazione della figura materna e di un padre evanescente di cui subisce il fascino, in modo magnetico e ammaliante. Arturo cresce, il padre si risposa con una giovane ragazza di sedici anni, appena due in più di lui, Nunziata. Una matrigna per cui prova rabbia, nonostante le attenzioni dolci e garbate di lei, al punto da non chiamarla mai per nome, ma sempre N. o Nunz. La nascita del fratellastro, Carmine Arturo, e la gelosia profonda di Arturo stesso, l’evoluzione dei rapporti e dei legami familiari.
Arturo e la sua isola, la crescita, la scoperta dell’amore, le prime esperienze sessuali, il desiderio, la latente solitudine, lo sgomento delle percezioni anomale, come nello scoprire che il padre è una persona diversa da quella che lui credeva.
L’isola di Arturo è un complesso e vibrante insieme di matrioske, intriso della scrittura raffinata e vibrante di Elsa Morante.
Il Premio Strega è vinto da una di quelle storie in cui a ogni lettura togli uno strato di pelle e vedi più in profondità, sentendo quanto brucia la carne viva. L’evoluzione di sé e degli altri, l’appannamento di sensazioni non ben definite, il dolore che causerebbe darne una definizione, la presa di coscienza, la scelta di prendere le distanze.
Intimo, inesorabile, senza tempo.
L’sola di Arturo, Elsa Morante, Einaudi